La seta ha origini antichissime: tracce di tessuto risalirebbero al 3200 - 2200 a.C. nell'attuale Cina sud-orientale, lungo il Fiume Azzurro. All'epoca, gli abiti degli imperatori e delle imperatrici erano realizzati in seta, molto apprezzata per leggerezza e bellezza. Dal II sec. le vesti di seta entrarono a far parte del guardaroba delle classi sociali più abbienti, diventando un bene di lusso. Gli imperatori cercarono di custodire gelosamente la conoscenza della sericoltura ma gli allevatori cinesi iniziarono a spostarsi verso il Giappone, la Corea e l'India. Solo durante l'Impero Bizantino, intorno al 550, due monaci furono i primi a portare a Costantinopoli delle uova di baco da seta nascoste nel cavo di alcune canne.
La seta è una fibra proteica che si ricava dal bozzolo prodotto dai bachi da seta della specie Bombyx mori. Il baco secerne un filamento, di lunghezza variabile tra 350 metri a circa 1 km, con il quale forma il bozzolo che lo proteggerà durante la metamorfosi. I bozzoli vengono raccolti e scremati in base alla qualità, spelati dalla peluria che li circonda e messi a bagno in acqua a 75 - 80 gradi. L'alta temperatura scioglie la sericina che fa da collante e con l'aiuto di uno spazzolino si libera il capofilo. Per fare un filato di seta per tessitura occorre unire il filo di 6/7 bozzoli. Segue la fase di torcitura: con una macchina, chiamata 'torcitoio', viene impressa una torsione al filo di seta grezza che ne aumenterà la resistenza. Adesso il filo di seta è pronto per essere trasformato in tessuto.
Da 100 kg di bozzoli si ricavano 20/25 kg di seta cruda e 15 kg di cascame.